INTERROGAZIONE n. 164 del 30/08/2023
In merito all'abrogazione del Reddito di Cittadinanza

Al Presidente della Giunta regionale

Premesso che:
che la Legge di Bilancio 2023 prima e la conversione in legge del Decreto Lavoro dopo hanno sostanzialmente sancito l’abrogazione del Reddito di Cittadinanza introducendo il criterio della così detta “occupabilità” dei componenti del nucleo familiare e superando il principio dell’universalità, propria di una misura di welfare, presente in tutti i Paesi dell’Unione europea;
nello specifico le famiglie che percepiscono il RdC in cui siano presenti minori, disabili, persone con più di 60 anni o in carico ai servizi sociali perché “non attivabili al lavoro” continueranno a riceverlo fino a dicembre 2023 o alla scadenza naturale della prestazione e a partire da gennaio 2024, dovranno presentare la domanda per l’istituendo Assegno di Inclusione;
secondo i dati evidenziati nella relazione dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio appare chiaro l’effetto delle nuove misure: 500mila famiglie che oggi percepiscono un sostegno al reddito (pari al 40% del totale) saranno private di misure di contrasto alla povertà per ragioni legate al loro stato di famiglia o alla loro età anziché alla loro reale condizione di bisogno. Secondo lo stesso Ufficio parlamentare di bilancio, inoltre, dei quasi 1,2 milioni di nuclei beneficiari del Reddito di cittadinanza, circa 400mila (pari a un terzo del totale) sono esclusi dall’Assegno di inclusione perché al loro interno non sono presenti soggetti tutelati. A essi si aggiungono altri 97mila nuclei per effetto dei nuovi vincoli di natura economica. Per un totale di circa 823mila persone che hanno perso o perderanno ogni sostegno al reddito;
a quanto sopra si aggiunga che le misure annunciate non prendono in alcuna considerazione i lavoratori poveri che vengono esclusi da ogni ipotesi di sostegno al reddito e presa in carico. CONSIDERATO che la difficile situazione sopra descritta, assume aspetti drammatici se si guarda al mezzogiorno d’Italia ed alla Calabria in particolare. Secondo importanti organizzazioni sindacali, infatti, in Calabria sono più di 14 mila i percettori del reddito di cittadinanza in Calabria che hanno avuto sospeso il sostegno economico e, tenendo conto della composizione dei nuclei familiari, i beneficiari che si vedono venire meno la misura sono oltre 45 mila;
che, per come si evince dal Bilancio Sociale INPS 2021, presentato nel dicembre 2022 presso la Cittadella regionale e alla presenza del Presidente Occhiuto, il 13 per cento della popolazione in Calabria era percettore di reddito di cittadinanza con una media di 563 euro a persona;
nel 2021, infatti, i nuclei familiari percettori erano 100.506, con un assegno medio mensile pari ad € 563 e con un numero di persone coinvolte pari a 239.433;
a quanto sopra si aggiunga come il criterio di assegnazione dell’Assegno di inclusione, basato solo sulla così detta occupabilità, porrà miglia di calabresi nelle condizioni di dover accettare anche un lavoro part-time, di breve durata e molto lontano da casa accelerando così la desertificazione demografica in atto. TENUTO CONTO che, negli ultimi giorni, si sono registratI numerosi comunicati da parte della Giunta regionale volti ad assicurare interventi in grado di offrire risposte al disagio creato dal Governo con la sostanziale abolizione del Reddito di Cittadinanza;
Tutto quanto sopra premesso e considerato, si interroga il Presidente della Giunta regionale
Per sapere:
-quali ed urgenti provvedimenti si intendano adottare per far fronte nell’immediato al disagio di quanti si sono visti revocato e/o non si vedranno rinnovare il Reddito di Cittadinanza;
-quali provvedimenti si intendano adottare, nel medio e lungo periodo, per assicurare politiche efficaci di sostegno al reddito a quanti, pur trovandosi in condizioni di povertà, risulteranno esclusi dai criteri per l’assegnazione dell’Assegno di Inclusione.

Allegato:

30/08/2023
R. MAMMOLITI